COPTA, CHIESA
Chiesa cristiana d'Egitto di antichissime origini e largamente diffusa nel paese sino alla dominazione araba (641). Diede vita, nel III secolo, al monachesimo con Pacomio, Antonio e Paolo di Tebe. Ispirata al monofisismo, che attribuisce a Cristo la sola natura divina e che fu condannato come eresia dal concilio di Calcedonia (451), si separò da Roma e si espanse in Etiopia. La liturgia è celebrata secondo il rito alessandrino, l'antica liturgia di Marco. La lingua liturgica che, in Egitto, era originariamente il copto, divenne poi generalmente l'arabo; in Etiopia è il ge'ez, l'antico etiopico. Il patriarca ortodosso risiede al Cairo; è assistito da un consiglio di vescovi e di notabili ed è generalmente scelto, come anche i vescovi, tra i monaci, i soli tenuti al celibato. Fino al 1951, quando i copti etiopi si diedero un proprio metropolita, estendeva la sua autorità anche su questa chiesa (17.000.000 di fedeli), riconosciuta indipendente il 28 giugno 1959. Nel 1980 aveva quasi otto milioni di fedeli, che non vanno confusi con i cattolici copti d'Egitto, il cui patriarca è di nomina papale.
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